lunedì 31 marzo 2014

Il Burlesque è per tutte!!!



Sono una “semi veterana” del burlesque Italiano. Il Burlesque da noi è una  giovane realtà , giusto per far capire.. le pioniere nel nostro bel paese  hanno conosciuto questa forma d'arte  non prima nel 2006 io nel 2009. Wooow fantastico, quei merletti, i corsetti, le piume colorate , i glitter... un mondo scintillante.. noi fanciulle ne siamo rimaste totalemente rapite, Dita Von Teese era la nostra musa ispiratrice... Burlesque ? E cosà sarà mai? Un strip ironico?  Non serve avere misure perfette, un fisico da urlo, un viso perfetto..O mio Dio...tutto ciò e fantastico. Quindi posso apparire, essere la regina del palcoscenico come le subrette in televisione anche se ho 10 kg in più e qualche smagliatura?.. Bello il burlesque mi piace.. posso travestirmi di piume senza sembrare ridicola? Posso cambiare nome e usare parrucche senza essere scambiata per una Draq? E posso anche farmi chiamare artista? E magari farmi anche pagare un po'? Questo si che è il lavoro dei miei sogni, e non devo nemmeno studiare, o perdere tempo per raccogliere attestati da esporre al muro come trofeo... basta un paio d'ore per imparare le basi elementari per muovere le tette o come si chiamano quelle cose che si attaccano ai seni? A si nappine... o past.. poi posso anche aprire una scuola o comunque cominciare ad insegnare e farmi chiamare “Maestra” noo “Insegnante” mi piace di più... Adesso posso creare anche una fan page e posso inserire tra la voce “artista Burlesque” .  Mi sono comprata un cappellino nuovo e una gonna a vita alta, ho raccolto i capelli un po' in stile anni 50, una pin up semi moderna.. me ne vado in giro sperando che qualcuno si accorga del cambiamento.. ho anche cambiato un po' il trucco , le ciglia finte sono diventate un accessorio fondamentale nel mio look. La vasellina è terminata devo ricomprare il vasetto per il mio ottavo tatuaggio che colora la mia gamba,  perché si ora sono un personaggio un po' strano, un po' diverso.. e tutto fa parte di quel mestiere che mi sono cucita addosso per non ricordare al mondo ma sopratutto a me stessa che ho passato i trent'anni da un po' e che il mio ruolo di donna ha dovuto lasciar spazio al mio essere mamma... Però adesso sono una mamma diversa, una mamma avanti.. perché sono diventata una Burlesque, ora si che anche i miei precedenti strani lavori di attrice o modella cominciano ad avere un senso, perché ora sono una vera artista e posso vantare tutte le mie esperienze, posso addirittura cantare e scrivere un libro.. e rilasciare interviste e comunicati stampa!!! Tutto ciò e fantastico..
Però devo ricordare ogni mattina di limare bene le unghie, affilarle bene come armi letali, perché in Italia le colleghe spesso sono nemici poco silenziosi, che con le parole sanno tagliarti le vene e spezzare il  cuore. Possono osannarti o discriminarti nel giro di dieci minuti.. cliccare un mi piace su facebook e subito dopo creare un  gruppo segreto per parlare male di te, perché magari il blogger di turno a scritto sul tuo conto un articolo di troppo , raccontando la tua rapida escalations di successi o peseudo tali.. perchè apparire e fondamentale.. perchè fare a gara a chi fa più parlare di se e importantissimo. Il collezionare titoli dai vari giornalisti che ti dipingono un ruolo che ti veste a pennello.. “regina”Icona”bomba sexy” numero uno” due o tre” insomma tutto fa brodo...tutto serve per poter scrivere sul bigliettino da visita o sulla prossima locandina che servirà a promuovere un evento...tutto serve per poter affermare a voce alta di essere una “vera professionista” e poter scrivere il solito post  sulla solita bacheka , muro ormai colmo di critiche e vecchie citazioni..riferiti alle solite sciacquette che si spacciano per burlesque ma che in realtà con quel boa spennato e con quel corsetto scadente sono più simili a delle volgari spogliarelliste..che di artistico non hanno nemmeno il nome, ormai talmente inflazionato da dover fare attente ricerche su google prima di sceglierne uno, per non rischiare omonomie e cazziatoni allucinanti da parte di colleghe incavolate nere perché hai scelto un nome troppo simile al loro.
Per non parlare della scelta degli act e dei vestiti... o mamma santa.. le povere 3 o 4 costumiste Italiane sono subissate da richiesta per lo più simili, se non addirittura richieste di plagio esplicito, , una gara a chi attacca più strass, una corsa spasmodica per potersi accalappiare quello o quest'altro primato, che farà poi la differenza sulla tua attuale esistenza, e forse anche oltre!!!  La parola “comunità” sembra non appartenere al  dizionario Italiano, perché anche laddove si creano gruppi o associazioni, vige all'interno la dura legge del “buon viso e cattivo gioco” ovvero tanti sorrisi  davanti ,ma dietro le parole diventano taglienti come rasoi e le pugnalate all'ordine del giorno. Ci si guarda dall'alto in basso, ci si spia attraverso i social network, si diventa giudici di ogni singola azione altrui, il più delle volte siamo indignate per questo o per quello, e se una di noi ottiene un risultano le altre rodono dentro inesorabilmente... il lecchinaggio poi e una delle realtà più colorite e divertenti  della bellissima realtà italiana Burlesca.. a si perché è doveroso schierarsi da questa o da quella parte a secondo dove tira il vento del successo del momento, per poi poco dopo cambiare idea, o ancor peggio subdolamente e segretamente schierarsi con la ex nemica contro la attuale amica e collega..Una trincea di guerriere senza armi ma con le piume avvelenate. Personalmente ho spesso invidiato la realtà estera,  ho avuto la parvenza di intravedere una comunità più consolidata e  più unita,  una mentalità più aperta,  con più lavoro, anche se con cachet più basso rispetto a molte italiane. All'inizio della moda burlesque Italiana alcune di noi potevamo vendere  spettacoli  a 500 euro a serata, se non di più.
Oggi  la realtà è  drasticamente diversa, la legge di mercato impone regole scomode, la continua crescita di nuove performer burlesque o pseudo tali e ha portato all'inevitabile diminuzione della richiesta e di conseguenza di cachet!!! quindi più performer, meno lavoro e quindi meno soldi. Ma l'intraprendenza Italiana a portato a trovare alcune soluzioni come ad esempio l'invenzioni di corsi e stage di ogni tipo, burlesque all'insalata, fitness burlesque, pane e burlesque  e Dio solo sa cos'altro. Un continuo sfornare corsi burlesque per principianti, per casalinghe disperate o per fanciulle che amano apparire, o semplicemente che amerebbero apparire.
Tutte diventato insegnanti di un mestiere che se non nasce con te..non sarà mai realmente tuo.. ma questo non si dice, non si sussurra nemmeno a labbra strette, il burlesque e per tutte.. anche se non sai ballare, se sei sgraziata, se non sai recitare, se non hai un minimo di mimica facciale, se sei anoressica oppure sovrappeso, se sei scoordinata, o non tieni il tempo nemmeno a pagarlo o se non sai trasmettere emozione al tuo fidanzato  figuriamoci ad un pubblico pagante... schhh non  fa niente... tanto si sa il burlesque e per tutte!!!

Miss Satine

Breve introduzione sul Fascinoso mondo Burlesque

Il burlesque è un genere di spettacolo satirico che nacque in Inghilterra nel XVIII secolo e acquisì durante l'Ottocento caratteristiche più comiche e parodistiche. Importato negli Stati Uniti dove venne molto apprezzato, lo spettacolo, a causa delle molteplici trasformazioni, era composto alla fine del XIX secolo da caricature, canzoni e danze di ballerine (col tempo sempre più svestite) che eseguivano anche spogliarelli. Quindi, col passare del tempo il burlesque ha perso il suo elemento caricaturale divenendo sempre più simile al varietà.


Etimologia

L'origine del termine «burlesque» è attribuibile alla definizione francese burlesque, derivata dall'italiano burla, ispirato a sua volta dalla parola latina burra (inezia), derivante da inetto.
Cenni storici

Il genere burlesque seguì due sviluppi diversi in Inghilterra e negli Stati Uniti.
In Gran Bretagna

In Gran Bretagna con la definizione burlesque ci si riferisce ad uno scritto comico, con sfumature e intenti satirici e parodistici, ispirato o da un testo drammatico o da un tipico modo di recitare i drammi, magari in auge in quel determinato periodo. Il 'burlesque' in versi e in prosa si espanse intorno al XIV secolo grazie all'opera satirica di Geoffrey Chaucer intitolata The Canterbury Tales (I racconti di Canterbury).

Una delle prime rappresentazioni del genere burlesque fu The Rehearsal (La prova) del 1671 scritto dal duca di Buckingham che burlò le tragedie di John Dryden. I capolavori riconosciuti prodotti da questo genere furono The Critic (Il critico) del 1779 di Richard Sheridan, parodia di drammi strappalacrime e la famosa The Beggar's Opera (L'opera del mendicante) del 1728 di John Gay, presa in giro del melodramma italiano.

Nel Seicento e nel Settecento il burlesque si accostò anche a tematiche sociali e politiche come accadde nelle opere di William Makepeace Thackeray. Anche scrittori come Henry Fielding si cimentarono nel genere burlesque durante la loro carriera di autori teatrali.

Nell'Ottocento si assistette ad una svolta, sospinta dalla maggiore eterogeneità e quantità del pubblico teatrale. Il burlesque smise la sua funzione di critica letteraria burlesca, parodistica e satirica, per divenire una forma di passatempo leggero, simile alla extravaganza e alla burletta, per lo più comico e cantato. Questa evoluzione inglese produsse le light operas di Gilbert & Sullivan e perdurò nei siparietti delle riviste.
Negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti invece, il burlesque si diffuse intorno alla metà del Settecento e per oltre un secolo non godette di consensi e popolarità. Solamente intorno al 1865 venne rivitalizzato grazie ad una trasformazione di stile, genere e contenuti, che gli fece assumere una funzione di spettacolo di divertimento per adulti, imperniato su scene comiche a sfondo erotico o colte a piene mani dall'attualità, danze del ventre, siparietti improvvisati basati su doppi sensi, numeri di equilibristi o giocolieri, canti e danze. Lydia Thompson e la sua troupe, "the British Blondes", apparsa per la prima volta negli Stati Uniti nel 1860, suscitò scalpore ed entusiasmi con i suoi siparietti derivati dal minstrel show.

Il periodo aureo del burlesque si può inquadrare dalla fine dell'Ottocento alla prima guerra mondiale, mentre nei decenni seguenti venne introdotto lo strip-tease e aumentarono le esibizioni di nudi scenici. Quindi nel giro di pochi anni, grazie al burlesque divennero celebri i nomi di decine di favolose artiste che sapevano spogliarsi con sensualità ed ironia in dosi ben calibrate: Dixie Evans, Gipsy Rose Lee, Tempest Storm, Blaze Starr, Ann Corio, etc...

E' da sottolineare che anche Bettie Page - la celebre pin-up, icona del gusto fetish e, ancora più importante, icona dello stile pin-up - è spesso associata al burlesque, nonostante non si sia esibita quasi mai sul palco, ma solo in alcuni film girati da Irving Klaw.

Negli Stati Uniti, sulla falsariga del vaudeville, anche il burlesque deve molto alla clownerie del circo, unendo:

    momenti comici semplici ed immediati;
    danze di ballerine, col tempo sempre più svestite. Da questo tipo di spettacolo derivano gli odierni strip-show;
    col tempo l'elemento satirico si è in parte perduto, trasformando il burlesque in un genere più simile al varietà.


Il new-burlesque

Negli anni novanta, sull'onda della moda legata alla cultura vintage, è nato il new-burlesque, da cui viene fatto derivare anche il dark cabaret. I nomi più famosi del panorama contemporaneo di questa forma artistica sono quelli di Immodesty Blaize, Dirty Martini, Julie Atlas Muz, le Pontani Sisters, Catherine D'Lish, Dita Von Teese.

Dopo la riscoperta all'interno dello showbiz statunitense, il burlesque si è diffuso anche in Australia e in diversi paesi d'Europa. Molti divi musicali contemporanei si sono ispirati alla cultura del burlesque per le loro esibizioni: tra di loro Madonna, Christina Aguilera e Gwen Stefani.  (tratto da wikipedia)